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Diventare madri

Malin Bergström

ByMalin Bergström

Psicologo

A volte capita che il tran tran quotidiano si interrompe. Succede qualcosa e si comprende che niente sarà mai come prima. Si incontra un partner, si consegue una laurea o ci si trasferisce in un nuovo posto. Tutto di un tratto siamo un'altra persona ed osserviamo la vita sotto una nuova prospettiva. Ma forse l’evento più scombussolante in assoluto è quello che ti appresti a vivere ora, cioè quello di diventare madre.

Per la maggior parte di noi donne i figli non sono una parte scontata della vita finché non ne avremmo avuto uno. Forse fino ad oggi non avevi nemmeno provato a tenere in braccio un piccolo neonato. Non esistono esami o prove finali che possano prepararti alla genitorialità. Qualcosa inizia a crescere nel nostro corpo, conquistando ogni nostro pensiero ed emozione e mettendo in moto un cambiamento dove la transizione psicologica avviene contemporaneamente a quella fisica.

Forse aspetti il tuo secondo o terzo figlio? In questa ultima eventualità hai già una certa padronanza e conosci tutti i trucchi per cambiare pannolino, far ruttare e consolare. Ma sempre di un evento scombussolante si tratta. Ci sarà una nuova personcina da incontrare. E questa volta sei per giunta consapevole di quanto un evento simile sia significativo e sconvolgente.

Non siamo abituate a cavalcare le onde della vita senza averne il diretto controllo. Siamo piuttosto solite a voler avere il controllo ed acquisire informazioni al fine di poterci preparare per accettare la nostra nuova condizione. Ma la genitorialità, nostro malgrado, non funziona così. Per quanto noi possiamo studiare, frequentare corsi preparto e seguire la curva di accrescimento del bambino, il lavoro più importante viene svolto altrove. In gravidanza si evidenzia l’adeguamento fisico del nostro corpo a questa nuova condizione. Dobbiamo mangiare e riposare bene, oltre a sopportare dolori fuori dal comune. Allo stesso tempo è in atto una transizione mentale nella testa e nel cuore. Si tratta di un percorso psicologico finalizzato a riassestarci in vista del parto e dell’incontro con il nostro piccolo.

Trarre ispirazione dalla propria infanzia

Per molti futuri genitori i sogni notturni tendono ad intensificarsi ed a ruotare intorno al grande cambiamento alle porte. I pensieri e ricordi della nostra infanzia diventano di colpo più nitidi; forse perché costituiscono la nostra principale esperienza empirica dell'essere bambini. La capacità di potersi immedesimare nell'essere bambini rappresenta un ottimo spunto per una genitorialità perspicace. Dalla nostra infanzia possiamo inoltre trarre ispirazione per scegliere come vorremmo essere come genitori, oppure al contrario: come non vorremmo essere.

Lasciare che la vita ci plasmi può essere vissuto come un esercizio di umiltà, ma è pure vero che tutto quello che ci succede in gravidanza ha un proprio fine e scopo. Ogni pensiero, emozione e stato di agitazione ci sta in realtà preparando al grande giorno ed all’incontro con il nostro bambino. Pronte per dedicargli tutto il nostro tempo e le nostre attenzioni. Accettando la sua dipendenza da noi e la sua inermità. Sorridendogli quando incontriamo il suo sguardo ed infondendo in lui la sensazione di essere benvoluto ed importante.

Il periodo prima del parto è quindi incentrato sul prepararci a ricevere ed emotivamente accogliere quel piccolo essere con cui condivideremo il resto della nostra vita.

Forse al tuo fianco hai un altro futuro genitore, qualcuno che ha un suo proprio modo di procedere, simile o dissimile dal tuo. Spesso capita di sentirsi sfasati e non sincronizzati come genitori, almeno all’inizio. Quando si aspetta un figlio nella veste di futuro padre o di madre secondaria è concesso dimenticarsi della genitorialità per brevi frangenti. Al lavoro accade spesso che i colleghi si azzittiscono dopo le prime congratulazioni. La società spesso convoglia il messaggio che il genitore secondario ha un obbligo tacito di fornire supporto alla madre partoriente ed allattante. La trasformazione genitoriale dell’altro genitore viene considerata di meno, così come pure le sue preoccupazioni, aspettative e gioie, che vanno quindi a rivestire un’importanza secondaria rispetto a quanto accade alla madre. Se auspicate sottoporvi ad un processo condiviso dovrete essere voi a sforzarvi in quel senso. Rimarcate con chiarezza a chi vi circonda che questa esperienza viene fatta da voi due insieme e che intendete condividerla.

Forse siete persone compatibili, vi conoscete da tempo e le vostre reazioni sono molto prevedibili. Forse tra di voi sta accadendo qualcosa di inaspettato. Forse il tuo partner è un tipo pratico che avvita il fasciatoio e fa scorte di pannolini e vestiti per neonati. Oppure il tuo partner è più il tipo pauroso che si preoccupa costantemente di cosa mangi e dell’eventualità che potresti inciampare sul marciapiede. Le vostre reazioni di oggi non sono una chiave di lettura per capire come sarete più avanti. Tuttavia sarebbe bene imparare a conoscere i lati nuovi che la genitorialità ha risvegliato in voi. Cosa desta preoccupazione e cosa dona gioia? Come vorreste che fosse il vostro rapporto all’arrivo del bambino? Se riuscite a esprimere cosa provate e cosa esigete l’uno dall'altra la vostra condivisione sarà facilitata.

Se avete la fortuna di essere in due dovreste approfittarne. La genitorialità infatti è un percorso emozionale dove l'agitazione è un compagno di viaggio inevitabile. Nessuno di noi si sente abbastanza maturo e sicuro di sé quando incontra suo figlio per la prima volta. Spesso ci accade di sentirci noi stessi dei bambini; sarebbe la reazione più naturale. Ma non è nemmeno detto che tutto debba prendere il verso giusto sin da subito: diventare genitori consiste piuttosto nel conoscere un piccolo esserino con una modalità del tutto particolare, nonché di conoscere nuovi lati di se stessi e del proprio partner. E’ un’esperienza che comporta vari fallimenti, errori e nuovi tentativi. Con nostro figlio avremo più occasioni per rimediare che con qualsiasi altra persona nella nostra vita. E il viaggio che vi apprestate a fare saprà offrirvi una grande varietà di esperienze. Saranno delle esperienze più gioiose e dolorose di altri percorsi fatti. Benvenute alla vostra nuova vita, dove “il nuovo” va interpretato in senso stretto.