Il bambino

Il bambino

In questa fase il bambino misura circa 4 cm di lunghezza dal vertice al sacro. In questa fase il bambino tende a somigliare sempre di più ad un piccolo essere umano; la testa assume una forma più tondeggiante, lo scheletro si indurisce e le dita di piedi e mani si divaricano. Il bambino ora tende a muoversi all’interno dell’utero sempre di più ed è inoltre in grado di sorridere, di corrugare la fronte e di succhiarsi il pollice. E’ inoltre in grado di ingoiare il liquido amniotico.

L’apparato digerente ora è in grado di assimilare gli zuccheri (glucosio) ed il cordone ombelicale si occupa di veicolare nutrimento e scorie tra la placenta ed il bambino. Sta di fatto che cibi e bevande ingeriti dalla mamma verrano passati al bambino per tramite della placenta.

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La mamma

La mamma

In questa fase la nausea potrebbe iniziare a diminuire, oppure potrebbe perdurare per qualche settimana ancora. Se la nausea si è dileguata la sensazione solitamente è quella di riavere indietro la propria vita, segnando uno dei piccoli traguardi raggiunti da festeggiare sul cammino verso il tanto atteso incontro con una sorellina od un fratellino. 

Fin qui l’aumento di peso previsto si attesta attorno ai 1-5 kg, ma per le donne particolarmente colpite da nausea e vomito l’effetto potrebbe essere quello inverso, ossia un calo di peso. Un calo di peso non è di regola motivo di preoccupazione, ti consigliamo di pesarti in occasione della visita e di parlarne con la tua ostetrica. L’aumento ponderale in gravidanza è piuttosto individuale e alcune cause alla base dell’aumento del peso possono essere ad esempio il bimbo che cresce all’interno dell’utero, la placenta allargata, il tessuto mammellare espanso, l’incremento del flusso sanguigno ed un aumento del tessuto adiposo in generale in tutto il corpo.

In questa fase forse riceverai la proposta di sottoporti ad un esame ecografico associato ad un test di screening biochimico (chiamato bi-test o DUO-test). Nella tua scorsa gravidanza per quale scelta avevi optato? Il test è opzionale e non obbligatorio. E’ giunta l’ora di fare un ripasso della terminologia: il bi-test/DUO-test si compone in una ecografia associata ad un esame del sangue cui viene sottoposta la futura mamma verso la fine del primo trimestre. Il bi-test/DUO-test è un metodo utilizzato per valutare il grado di rischio o probabilità che il feto abbia delle anomalie cromosomiche. Il bi-test/DUO-test non da certezze assolute e non può escludere in toto che il bambino non sia affetto da un’anomalia cromosomica. Il test viene proposto se ci sono dei rischi maggiori per incorrere in anomalie cromosomiche, ad esempio se la donna ha più di 35 anni o se sono presenti altri indicatori di rischio. Il bi-test/DUO-test non comporta dei rischi né per la madre né per il bambino ed è un test del tutto volontario. Qualora l'esito del test dovesse riflettere un rischio maggiorato per incorrere in anomalie cromosomiche sarà possibile procedere con ulteriori analisi. Gli esami disponibili per effettuare ulteriori accertamenti sono l'amniocentesi, la villocentesi od il TPNI.  

Il TPNI (test prenatale non invasivo) consiste in un’altra metodologia di diagnostica del feto cosiddetta non invasiva. Con il termine non invasivo si intende che il test non aumenta il rischio di avere un aborto spontaneo (a differenza dall’amniocentesi e la villocentesi che contemplano entrambi questo rischio). La TPNI è un semplice esame del sangue che si potrà effettuare a partire dalla settimana 10+0, anche se di fatto viene eseguito (come da raccomandazione) nella settimana 12+0. Anche questo esame consiste in un test di screening con lo scopo di scovare le anomalie cromosomiche eventualmente presenti nel bambino. Un esito che propende verso un'assenza di anomalie è altamente affidabile è con questo risultato potrai sentirti tranquilla.

Se invece il test dovesse indicare una presenza di qualche anomalia questo esito non è altrettanto affidabile e si renderanno necessari ulteriori esami per avere un risultato certo. Una risposta con presenza di anomalie non sarà quindi necessariamente indice del fatto che qualcosa non va.

Gli esami di diagnostica del feto sono sempre opzionali. Un consiglio è non trovarsi impreparate prima di fare questo test ma di raccogliere più informazioni possibili su cosa comporterebbe un esito positivo e come si intende rapportarsi ad un tale esito. Delle conoscenze carenti su questa tematica potrebbero infatti indurre ad inutili preoccupazioni, ansie e rimugini quando si scopre che il test ha dato un esito positivo.

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Il partner

Il partner

Una gravidanza incarna sempre un grande cambiamento, sia a livello fisico ma anche mentale, e questo cambiamento probabilmente viene trasposto anche su un piano quotidiano creando un impatto sulle nostre relazioni. Forse in qualità di coppia formata con la futura mamma sei in grado di riconoscere le seguenti fasi qui sotto indicate:

Settimana 4-6: Questo periodo corrisponde al periodo in cui il ciclo della donna non si presenta e voi due iniziate a realizzare il fatto che aspettate un bambino.

Settimana 6-12: La futura mamma vive frequenti periodi di malessere con nausea e seni doloranti.

Settimana 13-28: Il periodo d’oro che si instaura verso metà gravidanza.

Settimana 29-40: L’ultimo periodo in cui il pancione è molto cresciuto di dimensione. In questa ultima fase sarete sommersi da un turbinio di emozioni nell’attesa di poter incontrare il vostro bambino per la prima volta.

Forse avrete voglia di tenere un diario finalizzato a documentare le gravidanza e le vostre esperienze vissute e che in futuro potrebbe rivelarsi un mezzo prezioso per tornare nel passato e ricordare.

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